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giovedì 9 aprile 2009

2001: Odissea nello Spazio

Ok, io magari non sono un tipo che si fa i trip mentali sui film.
Non vedo una metafora in ogni singola inquadratura o scena di cui non capisco il segno.
Quando oggi ho visto questo fantomatico film, che conoscevo essenzialmente per le numerose citazioni in altri film (tipo...la scena delle scimmie che danno di matto attorno a quel misterioso pilastro nero), mi ha lasciato con quella vaga e fastidiosissima sensazione di aver sprecato due ore della mia vita su un film di cui non ho DAVVERO capito il senso.
Descrivere la visione sarebbe divertente, perché né io né la ragazza che mi ha fatto compagnia (altrettanto entusiasta di vedere questo film perché "non possiamo considerarci vere cinefile senza vedere questo film") siamo rimaste a bocca aperta per lo stupore. E' anche scappata qualche bestemmia, e non di rado, durante la visione, colmavamo i lunghi silenzi e scene morte con ipotesi, più o meno inverosimili, su quanto dovesse accadere in seguito. --br--

Inizio.

Dopo i primi 10 minuti di NULLA ASSOLUTO (scimmie che urlano, dai!!) ho messo avanti veloce fino a quando abbiamo visto qualche essere umano.
2 minuti di discussione. Musica. Scene di astronavi che danzavano nell'oscura immensità. Questo perlomeno era piacevole da vedere.
Dialogo.
Silenzio. Noia.
Si parla di una possibile epidemia nel pianeta Vattelappesca, voce però smentita. Per il resto del film l'epidemia in questione non viene più nemmeno nominata.

"18 mesi più tardi" (mah). Interno Astronave. Robot schizzofrenico che vuole sterminare tutti gli astronauti a bordo, inquadrature sul rosso occhio elettronico del Grande Fratello. Lunghi silenzi e scene di buio. Musica e astronave galleggiante nel vuoto cosmico.
Poi, forse mi distraggo (io e l'altra ragazza abbiamo tirato fuori l'enciclopedia perché prese dall'improvviso raptus di ricordarci i nomi dei pianeti del sistema solare in ordine di distanza) perché quando riporto lo sguardo sullo schermo c'è una serie di immagini di colori che sfrecciano, inquadratura su un occhio. Colori. Occhio. Colori. Occhio.

Poi in una stanza. Il protagonista vede sé stesso da vecchio. Si passa all'inquadratura del vecchio, e il giovane scompare. All'anziano cade un bicchiere e alle sue spalle appare un uomo sdraiato a letto. E' lui, che sta per morire. Il vecchio è sparito.

Con immane sforzo l'anziano solleva un braccio e indica, con dita sottili e tremolanti...quel cazzo di monolite che è comparso in mezzo alla stanza come se niente fosse.

Fine.

...

COME "FINE"????

No dico...scherziamo??
Io voglio sapere di cosa s'era fatto Kubrick quando ha girato questo film (ok, era ispirato da un romanzo, però...)
Sicuramente avrà qualche significato nascosto...del resto, di Kubrick si dice sempre "Uhhh si, Kubrick è un genio". Vabbè.

Però io sto film non l'ho proprio capito .___.

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