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martedì 30 giugno 2009

In Bruges - La coscienza dell'assassino


Prima considerazione alla fine del film: andrò a Bruges (Belgio), prima di morire. E' un posto stupendo, davvero da favola.
L'intero film è ambientato lì, in quel "cesso di Bruges", come rimarcò quel gran figo di Colin Farrell dall'inizio alla fine del film.
I due killer Ray (Farrell) e Ken (Brendan Gleeson) vengono spediti in quel di Bruges dal loro capo "Fucking" Harry (Ralph Fiennes), dopo che Ray ha erroneamente ucciso un ragazzino durante una missione. In aggiunta al devastante senso di colpa, Ray si ritrova incastrato in un posto che detesta a priori, nonostante il suo collega cerchi di trascinarlo in giro a veder chiese e a comportarsi come un normale turista.
Ray inizia a trovare Bruges piacevole non appena incontra la bella Cloe (Clémence Poésy - la Fleur Delacour potteriana).
Ma c'è un motivo per cui, fra tutti i posti al mondo, Harry ha spedito i suoi scagnozzi proprio a Bruges: lui ha uno splendido ricordo ricordo di quel posto da quando c'è andato, a 7 anni, e vuole che sia l'ultima cosa che Ray veda ...

Colin Farrell mi è sembrato strano in questo ruolo, perché non avevo mai visto Farrell impegnato in un ruolo buffo. L'ho trovato molto divertente, e per qualche strana ragione, questa caratteristica mi è sembrata strana, su di lui.
Il film in sé mi è piaciuto davvero tanto, vuoi per Colin Farrell che, anche in questo strano ruolo buffo, mi è piaciuto da matti, vuoi per l'ambientazione (Bruges a Natale? Prenoto subito un volo!), vuoi per Fiennes che imprecava ogni due per tre (ed era buffissimo!), vuoi per un "nanetto" attore incazzoso e borioso che veniva sedato con la ketamina.
Forse usare il termine "buffo" è errato, lo fa sembrare un film da schiantarsi dalle risate.
Io ho riso. Ma non come si può ridere guardando Mr. Bean.
Ma ho riso. E Farrell aveva delle espressioni impagabili.

Si, tutto sommato forse "buffo" è il termine esatto.

Bello, bello, bello!!

domenica 28 giugno 2009

Tim Burton's Alice in Wonderland (foto)

L'ultima fatica di quel geniaccio di Tim Burton è, ormai tutti lo sanno, Alice nel Paese delle Meraviglie. L'idea di vedere Alan Rickman nei panni del Brucaliffo mi incuriosisce di più che vedere Johnny Depp come Cappellaio Matto (dall'unica foto che ho visto, però, sembrava piuttosto un Cappellaio-zombie, molto più simile a Edward Mani-di-Forbice...).

In attesa del trailer - spero di non aver aspettare troppo - ecco due foto di quello che ci aspetta. Sembra chiaro come Burton ce la stia mettendo davvero tutta per non deludere né i suoi fan, né quelli della favola di Carroll.
Da queste foto sembra davvero di intravedere un regno incantato.
Non vedo l'ora *_____________*

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Star System: se non ci sei non esisti

Ancora devo capire il processo mentale che ha trasformato How to Lose Friends & Alienate People nella relativa versione italiana. ò__o

Il film, diretto da Toby Young, è ispirato proprio alla sua vita.
Vale la pena di essere visto soltanto per il fantastico personaggio interpretato dal meraviglioso Simon Pegg, che ho assolutamente adorato in Hot Fuzz. Lui interpreta Sidney Young, un giornalista che fa di tutto per sfondare. Vuole entrare nello Star System, e quando lascia una redazione di provincia per fare il suo ingresso (molto poco trionfale) in quella di una celebre rivista patinata con sede a New York City con le mani in pasta ai Grandi Nomi dello show business, inizia la sua lunga e travagliata scalata verso il successo.

Travagliata perché lui è essenzialmente un deficiente, un pasticcione, con la fissa di tampinare le persone famose, ma soprattutto con il chiodo fisso di portarsi a letto la bonazza di turno, la stella nascente Sophie Maes (Megan Fox; perdonatemi maschietti, so che sicuramente voi non l'avrete notato, troppi distratti da altri dettagli, ma quante smorfie fa, sta tizia? O.o ).
La sua nuova collega, Alison Olsen (Kirsten Dunst), in un continuo conflitto antipatia-odio viscerale/insofferenza/amore, lo accompagnerà per buona parte della sua ascesa. Suo malgrado, visto che accanto a lui le sembrano capitare solo disgrazie.
Ho riso tanto, e non me l'aspettavo. Simon Pegg è buffo senza scadere nel banale, e il suo personaggio è talmente scemo che non si può non trovare simpatico XD

sabato 27 giugno 2009

Pulp Fiction

E' imbarazzante, e mi costa ammetterlo, ma ho visto questo film per la prima volta solo oggi pomeriggio.
Mi metto in castigo dietro la lavagna, in ginocchio sui ceci, e mi fustigo con il cilicio.
Perché OVVIAMENTE, visto che non vivo su Giove, lo conoscevo di fama, e in più sapevo che compariva anche Tim Roth, motivo più che sufficiente per guardarlo.
Perché allora ci ho messo così tanto tempo? Non chiedetemelo, non lo so. u___u
Ma sono contenta di aver colmato questa vergognosa lacuna, perché, come ogni film di Tarantino, è assolutamente fantastico. Perfetto. Non solo perché Tim Roth è proprio nella scena iniziale. Grazie Quentin...anche se il suo personaggio è un coglione! ( ..si può scrivere coglione qui? O.o)

Tre episodi a base di violenza disposti in ordine non cronologico (cosa che trovo assolutamente geniale), svariati personaggi, tutti attori mica da ridere (John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Turman, l'inaspettato Bruce Willis - quando è comparso ho urlato di gioia - Harvey Keytel); Tarantino stesso fa un'apparizione e, avrò gusti strani, ma a me quell'uomo non dispiace per niente ò__o
La scena che mi ha fatto più ridere è stata quella in cui Samuel L. Jackon mette sotto torchio Eric Stoltz...quello da quando è stato cannato da Ritorno al Futuro non ha mai fatto niente di decente!






venerdì 26 giugno 2009

La casa sul lago del tempo

E' paradossale quanto io mi affretti a guardare film prima che arrivino in Italia, e poi me ne manchino così tanti che sono già usciti da un pezzo qui da noi.
Ricordo che, alla sua uscita nelle sale, volevo andare a vedere questo film per varie ragioni, ma sarebbe inutile elencarle perché quasi tutte sono "Perché c'era Keanu Reeves", che insieme a Sandra Bullock avevo adorato in Speed.
Genere totalmente diverso, adesso capisco perché un mio amico, andato a guardarlo con la propria ragazza, aveva cercato di provocarsi la morte tramite soffocamento da popcorn dopo mezz'ora.
Perché è romantico. Molto romantico.
Anche se diciamocelo, la parte del morto all'inizio del film era di uno scontato sconcertante.

Un pò come in Frequency, in cui un uomo comunica con il padre morto da tempo tramite la stessa radio da radioamatore (come si chiama? Baracchino? XD), complice un'aurora boreale (che serve sempre a giustificare strani avvenimenti temporali, nei film), qui Kate e Alex comunicano tramite una cassetta delle lettere di una bellissima casa sul lago. Lui è nel 2004, lei vive nel 2006.
Cominciano così una relazione epistolare in cui lei si invaghisce come una 15enne, e quando si rendono conto che in realtà loro si sono già conosciuti, cercando di organizzare paradossali incontri temporali per conoscersi nel "presente".
Io con il romanticismo vado a momenti, e forse stasera ero proprio in vena di film romantici, perché mi è piaciuto, e alla fine mi è pure scappata la lacrimuccia.
Perché trovo che Reeves e Bullock siano una coppia splendida, e perché l'idea di fondo su cui si basa l'intero film, quello dell'attesa, è, per quanto poco attuabile per alcune persone (io non ci riuscirei mai, tanto per dirne una), una cosa estremamente romantica.

Vai, oggi ci vado dentro con le smielate...non vedo l'ora di rifarmi guardando The Transformers 2 XD

Fratellastri a 40 anni (Step Brothers)

Per buona parte del film ho pensato che fosse stato uno spreco di pellicola.
Andando avanti, mi sono resa conto che effettivamente è così.
Per usare sei mani ergo tre (dico tre!!) cervelli (quelle di Adam McKay, Ferrell e Reilly) per scrivere una roba del genere, vuol dire che non erano proprio in giornata.
Perché i due protagonisti, questi due coglionazzi che a quarant'anni vivono ancora in casa con mamma (uno) e papà (l'altro) dipendendo in tutto e per tutto da loro, che si ritrovano a dover condividere casa in seguito al matrimonio dei loro genitori single, non fanno altro che farsi i dispetti come due mocciosi - scemi, per giunta - di 10 anni.
Che a 10 anni lo capirei pure, ma a quaranta...
Ovviamente sono tarati mentalmente, si vede. E' lampante.

E' per questo che la cosa non è divertente. Può esserlo per i primi, tò, due minuti, ma dopo stanca.
Will Ferrell (Brennan), che tanto mi era piaciuto in "Vero Come la Finzione", e John C.Reilly (Dale), non riescono a dare quel tocco di ingenuo divertimento che forse era nella mente dei tre cervelloni nel momento della stesura della sceneggiatura.

I battibecchi infantili trovano un pò di requie quando scoprono un nemico comune (oltre i ragazzini dell'asilo che li pestano): il fratello "arrivato" di Brennan, tutto sorrisi ammiccanti, conto in banca generoso, e storielle divertenti, che mandano in brodo di giuggiole il suo nuovo patrigno.
Il finale non migliora di una virgola la trama, anche se segna comunque la fine del film, il che me lo ha reso estremamente piacevole. ò__o

lunedì 22 giugno 2009

Okuribito (Departures)

Daigo Kobayashi è un violoncellista che, appena raggiunto l'obiettivo di entrare in un'orchestra, si ritrova senza lavoro perché questa viene sciolta.
Deluso e depresso, decide di lasciare Tokyo e tornare nella casa della sua infanzia. Sua moglie, una web-designer, lo segue senza indugio.
Ma il problema del lavoro resta, e quindi Daigo accetta di fare un colloquio in una misteriosa agenzia che, a sentire l'annuncio sul giornale, si occupa di "viaggi", e non richiede conoscenze particolari.

Solo in seguito scoprirà che si tratta di un'agenzia che si occupa di preparare i corpi all'ultima vestizione prima della cremazione.
Dopo i primi tentennamenti, scopre di non voler più lasciare il lavoro, anche dopo che la moglie, scoperto il suo segreto, lo lascia per tornare a Tokyo perché non sopporta l'idea che suo marito tocchi gente morta.
Daigo deve inoltre combattere con il ricordo di un padre che lo ha abbandonato per scappare con una cameriera, senza più farsi vivo con lui.

L'ho trovato un film assolutamente delizioso. Non a caso ha anche vinto gli Academy Award per il Miglior Film il Lingua Straniera, quest'anno.
Masahiro Motoki, che qui interpreta Daigo, ha persino preso lezioni di violoncello per questo film, anche se, a onor del vero, ho letto sul blog di un violoncellista che "solo chi ha studiato lo strumento potrebbe accorgersi che in realtà non è lui a suonare". Sottigliezze :P
I gesti controllati di Daigo, mentre preparava quelle persone davanti ai loro cari, erano pieni di rispetto, e ammetto che qualche lacrimuccia mi è pure scappata

domenica 21 giugno 2009

Gran Torino

...e che io che pensavo centrasse il calcio ò__o
E non solo non parla di calcio, ma è un film assolutamente splendido. Che è piaciuto anche a mia madre, il che è tutto dire u__u
Clint Eastwood interpreta il terribile Walter Kowalsky, neo-edovo, con una famiglia che sembra solo volerselo togliere dai piedi (dopo avergli opportuamente tolto il toglibile), e con un giovanissimo prete che lo tormenta per ottenerne una confessione, come ultimo desiderio della moglie.
Reduce della guerra in Corea, sembra odiare tutto ciò che è diverso da lui, ma in special modo i suoi asiatici vicini di casa.
Il più piccolo di questi, Thao, viene costretto dal cugino a entrare nella sua band, e come iniziazione cerca di rubare l'auto Ford Gran Torino di Kowalsky.
Il tentativo fallisce miseramente, e come ultimo risultato il giovane Thao è costretto, per rimediare al disonore della famiglia, a fare dei lavoretti per il solitario asociale polacco.
Questo lo porterà ad avvicinarsi sempre più a questa famiglia, in special modo a Thao, tanto che si autonominerà suo angelo custode contro il terribile cugino e la sua gang di teppisti e lo aiuterà a "farlo diventare uomo".

Una storia bella, scorrevole, un finale splendido, e un Eastwood spettacolare (con quell'espressione così incazzata non l'avevo mai visto)
Diretto e prodotto dallo stesso Eastwood, ha sbancato i botteghini, facendo rientrare nelle sue tasche una cifra ben al di sopra di quelli spesi.

Posso però dire una cosina, da assoluta profana delle auto?
Quella macchina mi è sembrata davvero davvero brutta u___u

Marley & Io

L'estate cinematografica, dalle mie parti come credo in altre, è molto ghiotta per chi, come me, si è perso qualche film durante la loro normale programmazione.
Film già stati in cartellone, che vengono riproposti ai ritardatari.

Quando mi è stato proposto questo film, ero lieta di non dover rinunciare alla serata per un film che avevo già visto.
Nonostate l'allegria del trailer, infatti, non mi aveva particolarmente ispirato.
Non che un labrador di notevoli dimensioni che azzanna una poltrona non sia esilarante, ma sono sempre stata abbastanza avversa ai film con gli animali come protagonisti.
Disney a parte, ovviamente.

Mi avevano detto che era carino ma, e cito "finisce molto triste".
Un film senza il classico finale "...e vissero per sempre felici e contenti" mi intrigava, quindi ho accettato di buon grado l'invito.

Il film non è stato affatto male. Affatto.
Owen Wilson e Jennifer Aniston sono una gran bella coppia, sullo schermo. Ma ancora più interessante è stato vedere quello che accadeva *davanti* lo schermo, ossia fra le poltrone.
Allo spettacolo delle 22.30 non c'era moltissima gente, e per un attimo ho avuto la sensazione di trovarmi su un'immensa poltrona insieme a dei miei amici. Il che è assurdo. Si vede che non vado al cinema da tantissimo tempo.
Le reazioni erano più o meno omogenee: coro di estasi di fronte ai cuccioli di labrador dai quale il piccolo viene poi scelto dalla coppia di sposi, o di fronte al piccolo Marley che rosicchia i croccantini sul pavimento in una posa a dir poco esilarante (quella sottostante)



Le peripezie di questa giovane coppia alle prese con un cane indiavolato, che non fa altro che creare casini. Una neomamma, giornalista, che ha deciso di lasciare il suo amato lavoro per stare con i figli. Un padre (il giornalista John Grogan, che ha scritto l'autobiografia - in cui appunto parlava delle vicende del suo cucciolo di labrador Marley - da cui è stato tratto il film) che sogna sempre quello che non ha. E poi questo cane, che vi farà ridere di gusto.
Perché si ride, e anche tanto.

Ma avevano ragione, quello che mi avevano detto sul finale triste.

I fazzoletti sono usciti dalle borse di più persone in contemporanea, è stato quasi buffo. Nasi che soffiavano, che cercavano di rispedire al mittente la lacrimuccia.
Ho adocchiato un uomo che fissava lo schermo imbronciato, quasi a voler sfidare il film a portarlo alle stesse lacrimevoli condizioni di sua moglie, che di fianco si sdilinguiva dietro il fazzoletto.
Non ha versato una lacrima.
Mi sono chiesta se per caso ha mai avuto un animale da compagnia a cui donare il cuore. Perché altrimenti non si spiega come sia potuto rimanere così totalmente impassibile

venerdì 19 giugno 2009

2012

E' per il 13 Novembre l'uscita nei cinema di 2012, un'altro film da giorno del giudizio di Ronald Emmerick, dopo Indipendence Day e The Day After Tomorrow.
Il trailer è assolutamente spettacolare, da togliere il fiato.
Questa ero io mentre lo guardavo:

O______________________O

Sperando che la trama non sia una ciofeca come spesso in questi casi di film-devastazione planetaria, mi consolo pensando che comunque mi godrò la presenza di John Cusack (e ho anche intravisto Oliver Platt *_* ).




giovedì 18 giugno 2009

Skellig


Quando ho saputo che Sky One avrebbe trasmesso questo tv drama mi sono subito data da fare per cercare il relativo libro di David Almond.
Perché, essendoci Tim Roth come protagonista, sapevo già che l'avrei visto a qualunque costo. E quindi la lettura "introduttiva" era d'obbligo.
La lettura è stata una piacevole lettura. Skellig, interpretato da Roth (che ha accettato di fare la parte perché spinto dall'entusiasmo di uno dei suoi figli, che ama questo libro) inizialmente è odioso, o, come ha confessato Roth stesso, "un brontolone bastardo". Ma poi la generosità del suo nuovo amico gli scalda il cuore, facendogli compiere un miracolo.

Il protagonista, oltre a Skellig, è un ragazzino di nome Michael (Bill Milner), appena trasferito in una nuova casa con i genitori e la minuscola sorellina appena nata, in continua lotta per la sopravvivenza, che mette a tappeto i due genitori.
Nella capanna del giardino, stipata di cianfrusaglie e in costante rischio di collasso, fra ragnatele e polvere, trova lui, Skellig, un uomo...o meglio, una creatura, ormai quasi paralizzata dall'artrite, che sembra ormai solo aspettare di morire.
Michael lo spinge ad uscire da quel buggigattolo, nutrendolo con cibo cinese ("27 e 53") e birra scura (che sostituiranno la sua discutibile dieta di insetti), continuando a chiedergli chi egli sia, da dove venga, ottenendo solo risposte vage e smozzicate. Le sue vicine sono una donna e sua figlia, Mina. Educata a casa da sua madre perché contraria alle scuole, Mina conosce un sacco di cose, sa fare un sacco di cose, e prende a cuore, esattamente come Michael, le sorti di Skellig. Lo conducono in un posto segreto, più sicuro del traballante garage, e lì i due ragazzini scopriranno la vera natura di quell'uomo alato, che cambierà la loro vita.

Nel libro, Mina è un vero portento, e l'ho adorata; simile a Hermione Granger ma molto più simpatica, perché mostra un lato timido assolutamente adorabile. Ama William Blake e non eista a citarlo, adora disegnare, modellare la creta, sa riconoscere particolarità (piuttosto disgustose) dei gufi, e tanto altro ancora. Un tipo un pò saccente ma molto carismatica.

Nel drama non rende bene quanto nella versione cartacea, e sua madre si vede a malapena.
Peccato.

Skellig rappresenta una breve ma emotivamente intensa parentesi nella vita di un normale ragazzino, in un periodo della sua vita in cui molte cose, non particolarmente piacevoli, gli ruotavano vorticosamente attorno lasciandolo in balìa degli eventi e di due genitori giustamente preoccupati per la sorte della sorellina che non sembravano avere tempo per lui.

Una favoletta tenera e buona, molto carina da guardare.
L'unica pecca? Tim Roth, che in questa versione è davvero bruttooooo ç________ç


{ sito ufficiale }

mercoledì 17 giugno 2009

I Segreti di Moonacre


Mi aspettavo molto da questo film, probabilmente perché nel trailer si diceva essere tratto dal libro che aveva "ispirato J.K.Rowling"...e proprio condizionata da questa frase, durante tutta la visione del film ho cercato collegamenti ad elementi presenti all'interno della saga di Harry Potter.
Ne ho trovato qualcuno, ma prendetelo come uno sciocco passatempo, e non un insinuazione al plagio della mitica zia Row :P
C'è un quadro il cui abitante è "vivo"
C'è un grosso, molto grosso, cane nero (come Thor, il cane di Hagrid)
C'è una foresta dalla quale la protagonista deve assolutamente stare alla larga (quindi...una Foresta Proibita? )
C'è un unicorno luccicante (tipo il patronus di Harry, per intenderci)
E per finire (la mia preferita) c'è un grosso albero fra le cui radici si nasconde un corridoio che porta ad una casetta segreta (praticamente come quello che si trova sotto il temibile Platano Picchiatore che conduce alla Stamberga Strillante O____________O).

Le analogie finiscono tutte lì...anche se l'ultima è un pò troppo simile a quella presente in Harry Potter, eh? Vabbè, sorvoliamo XD

Non ho mai letto il libro da cui è tratto questo film ("the Little White Horse", di Elizabeth Goudg)...e probabilmente mai lo farò u__u
Sebbene abbia un debole per i fantasy, questo mi è sembrato meno...magico di quanto mi aspettassi.
Le ambientazioni sono splendide, e la protagonista (Dakota Blue Richards) è deliziosa in quegli abiti incantevoli, ma a parte quello, non ho trovato nulla che valga la pena una seconda visione.

Passando alla cosa che mi riesce peggio...
Maria Merryweather, rimasta orfana e senza soldi dopo la morte del padre, si ritrova come unica eredità un libro. Che culo, direbbe qualcuno.

Insieme alla sua fedele dama di compagnia, viene ospitata dal burbero zio in quel di Moonacre, una valle che sarebbe incantevole, se non nascondesse una maledizione, che la tredicenne scopre leggendo le pagine del libro di suo padre.

Si narra di due famiglie, i Merryweather e i De Noir, che si sono giurati astio eterno tempo prima, durante il matrimonio che avrebbe unito le due casate. Ma la promessa sposa, che aveva ricevuto in dono dalla luna delle magiche perle in grado di esaudire qualunque tipo di desiderio, scopre che gli uomini che lei amava (il padre e il fidanzato) volevano solo quelle perle.
Le perle scompaiono sotto la maledizione della fanciulla delusa e incacchiata, e ogni famiglia accusa l'altra, certa di essere stata derubata delle perle.
Ma all'approssimarsi della 5.000° luna, la valle verrà distrutta se le perle non saranno ritrovate dalla nuova Principessa della Luna.
Maria inizierà così la caccia alle suddette, aiutata da colui che inizialmente era stato mandato per rapirla (in quanto Principessa della Luna che avrebbe potuto sciogliere la maledizione), il giovane figlio dei De Noir.

Confusi dalla spiegazione pietosa?
Si, lo so...questa è stata dura u__u

Mystère

Arriva dal 23 giugno, sugli schermi di Canale 5, la famosissima serie francese (e, per qualche motivo a me ignoto, seguitissima in madre patria) in 12 puntate che, a guardare lo spot, promette grandi cose: suspence, alieni, terrore, languore, stupore. Ma soprattutto, alieni.

Non fatevi ingannare, e usate i vostri martedì sera per qualcosa di più gradevole da guardare, come Eli Stone (ammmore *__* ), che è arrivato su Italia1 da un paio di settimane. Ho cercato di farlo guardare a mia madre, ma lei crolla dal sonno dopo mezz'ora u__u

Quando ho iniziato a seguire la serie ero tutta gasata. Io con gli alieni, i cerchi nel grano, e i rapimenti ci vado a nozze. Ecco perché ne sono rimasta così delusa: perché degli alieni non ne vedrete nemmeno l'ombra. Più che altro, dovrete accontentarvi di un vago fumo azzurro e voci fuori campo. E nemmeno della suspence che si preannuncia dagli spot pubblicitari, potete farci granché.
Immagino che si sarebbero potuti sforzare un pò di più, ecco.
Ho tassativamente vietato mia madre di guardarlo...non solo perché ce l'ho in dvx, ma anche perché è essenzialmente uno spreco di tempo seguirlo.
Dovrebbero prendere qualche lezione da J.J.Abrams. Il trucchetto "finiamo l'episodio lasciando lo spettatore con il fiato sospeso" funziona sempre. Ma qui è stato completamente ignorato.

I francesi non capiscono un cavolo, della suspence ò__o

martedì 16 giugno 2009

Coraline e la Porta Magica

La favola di Neil Gaiman (che ha titolo semplicemente Coraline) arriverà sui grandi schermi italiani il 19 giugno, accompagnato da critiche più che positive da ogni angolo del globo.
Diretto da Henry Selick (Nightmare Before Christmas...gli alberi del giardino sono chiaramente Nightmerizzati XD ), presenta le due tecniche più usate ultimamente: stop-motion + 3D.
Io probabilmente sto iniziando ad essere vagamente annoiata dei film per ragazzini, quindi sono l'ultima persona da cui aspettarsi un commento neutrale; o forse, avendo già letto il libro, sapevo già dove il tutto andasse a parare e mi sono bruciata anche il minimo di attenzione che potevo dare a qualcosa che mi ispirasse una pur minima curiosità.

Coraline è una ragazzina iperattiva con due barbosissimi genitori. Nella casa in cui hanno appena traslocato, c'è una porta che dà su una parete di mattoni. Ma poi per magia, Coraline scopre un passaggio che porta ad una versione alternativa dei suoi genitori, della sua nuova casa, dei suoi nuovi vicini.

Una versione parecchio inquietante, visto che l'altra madre, prova un così profondo affetto per Coreline che vuole a tutti costi che resti lì con lei. Togliendo di mezzo i veri genitori, blocca la ragazzina in questo luogo al di là della porta; ma lei, aiutata da un gatto nero parlante senza nome, dall'altra versione di Wybourne, uno strambo ragazzino nipote della sua padrona di casa, e dagli spiriti di tre bambini che, come lei, sono caduti nelle grinfie della strana donna con gli occhi a bottone, cercherà di trovare i suoi genitori e tornare alla vita di sempre.

Durante i primi minuti della visione, ho dubitato per un attimo della mia memoria, non ricordandomi affatto di un ragazzino che aiutava la protagonista. In realtà, la presenza di Wybourne (VOGLIO I SUOI GUANTI!!!) è un'invenzione per la versione cinematografica.
Un'aggiunta piuttosto azzeccata, a mio parere, perché è così strambo che non si può non trovarlo simpatico.
L'altra madre è decisamente più mostruosa che nel libro, ma si sa che quando c'è di mezzo il visuale, si tende a calcare la mano.
Sicuramente è un film spettacolare. Insomma, il giardino, le luci, le musiche. Incanterà i più piccini...ma sicuramente anche qualche grandicello...

 

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