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martedì 17 febbraio 2009

il Dubbio

Oggi, quando ho annunciato a cena, "Mi sa che stasera guardo Il Dubbio", mio fratello mi ha guardato stranito. Così ho aggiunto. "Dal trailer sembra figo"
Alchè lui, conoscendo il mio stato di atea convinta, mi fa sapere con aria saccente che "è ambientato in una chiesa", come a indicare che questo mi impediva a priori di goderne la visione.

Tzè

Lungi dal farmi desistere, l'ho visto, e devo dire che mi è anche piaciuto.
Meryl Streep, ovviamente, è magistrale come sempre, e devo dire che il suo personaggio, che nei primi minuti del film avevo preso per una delle classica Suore Madre acide, perennemente arrabbiate contro il mondo intero e vagamente rompiballe che non mancano mai nei conventi cinematografici (non ho mai frequentato quelli reali, quindi.. ), migliora rapidamente.

1964. Nella scuola St. Nicholas (nel Bronx), a seguito di un sermone tenuto da padre Flynn sul dubbio (inteso dubbio sulla propria fede), Sorella Aloysius (Streep) chiede alla giovane sorella James (Amy Adams) di "tenerlo d'occhio", perché convinta che nelle parole pronunciate del sermone si annidi un fondo di verità, e che padre Flynn nasconda qualcosa.

Il dubbio in questione trova presto forma quando sorella James confida alla sua superiora di un suo vago sospetto incentrato sul rapporto fra uno dei suoi studenti (l'unico ragazzino di colore dell'istituto) nonché chirichetto, e padre Flynn.
Da quel momento partirà la crociata personale di Sorella Aloysius, convintissima che il sospetto sia ampiamente fondato, nonostante l'assenza di prove a confutare la tesi.
Flynn, un prete che ama circondarsi dai suoi ragazzi, a cui insegna anche a giocare a basket, sempre prodigo di consigli e sempre disposto ad aiutarli e a proporre nuove idee per svecchiare l'istituto, ovviamente nega con tutte le sue forze.

Un film è un pò cupo, probabilmente per tutte quelle vesti nere, per il vento impetuoso che si insinua dalle finestre, e perché è quasi tutto girato in interno. Ma non dev'essere visto come un valore negativo anzi, proprio il primeggiare dei colori scuri calza alla perfezione su questo thriller drammatico.

Notizie di cui si poteva fare tranquillamente a meno: L'omonima piece teatrale da cui è stato tratto (di John Patrick Shanley, il regista) è stato anche interpretato in Italia, con Stefano Accorsi nella parte del padre sospettato di pedofilia

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