Nonostante il piccolo protagonista, in quanto Kappa, mi abbia inizialmente suscitato il lieve ribrezzo che mi danno tutte le creature con parvenze E.T.iane, alla fine la pucciosità dell'insieme ha avuto la meglio.Il giovane Koichi, ragazzino combattuto fra il sospirare segretamente di fronte alla sua compagnuccia, e prenderla in giro assieme ai suoi amichetti in quanto sfigata della situazione, trova quasi per caso quello che inizialmente crede sia un fossile, ma che in realtà è un kappa, creatura mitologica amante dell'acqua.
Ignaro reduce del lontano "periodo Edo", Coo, come viene chiamato dal ragazzino, viene accolto nella sua famiglia, con differenti reazioni dai membri familiari.
In particolare, il padre ne è incuriosito positivamente, la madre, lasciato da parte l'iniziale ribrezzo, si rassegna all'aver in casa quello strano essere, e la mocciosa di casa lo detesta dal più profondo del cuore.
Ma, come spesso accade in questi casi, la notizia, chissà come, varca le quattro pareti, e vola. Prima di bocca in bocca, poi attraverso l'etere.
Con la casa assediata dai giornalisti che vogliono vedere il famigerato kappa, la tranquillità familiare viene sconquassata, Coo capisce che l'idillio è finito, avvertendo l'urgenza di cercare quel che resta della sua razza, e soprattutto allontanarsi dalla scatenata Tokyo, con il pensiero fisso all'amato padre scomparso da tempo.
Si, carino. Due ore e venti però sono un pò troppe, per i miei gusti u__u
Molto carina la ending. Odiosissimi i paparazzi. Ma questo ormai è risaputo
Ammetto di non aver mai sentito parlare di questo film prima di qualche mese fa, scovandolo in rete per caso.
In caso si fosse sentita la mancanza dell'ennesima rivisitazione di Cantico di Natale (ormai non sanno più da che parte rivoltarla, sta storia), ecco a voi l'ultimo film con Matthew McConaughey e Jennifer Garner. Come si intuisce dal titolo (che spero non venga trasformato dal Comitato Titoli Obbrobbriosi in qualcosa di osceno), qui il protagonista, Connor Mead, un fotografo di moda incallito playboy, alle prese con il matrimonio del fratello si ritrova davanti il suo primo amore, Jenny, la ragazza che, anni addietro, il giorno del ballo gli spezzò il cuore andandosene con il figo della scuola. E con il fantasma di suo zio Wayne (Michael Douglas), il dongiovanni che proprio da quella triste sera divenne il suo maestro, che gli insegnò le tecniche per avere tutte le donne ai piedi, e che morì solo con un cane.
Mi domando che reazione possa avere una persona che vede questo film senza prima leggere il titolo. Probabilmente penserebbe che il libro da cui è tratto è assurdo. In realtà, una volta sfogliato il libro di Greg Behrendt e Liz Tuccillo vi si aprirà un mondo, e apprezzerete di più la versione cinematografica.
Che prima o poi facessero un intero film su Logan era scontato come l'aver fatto un film su L di Death Note.
Sono stati principalmente due, i motivi che mi hanno spinto alla visione. Quel "scritto e diretto da Alessandro Baricco", e l'argomento portante del film, a giudicare dal trailer: la nona sinfonia di Beethoven.







