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domenica 24 maggio 2009

Summer Days with Coo

Nonostante il piccolo protagonista, in quanto Kappa, mi abbia inizialmente suscitato il lieve ribrezzo che mi danno tutte le creature con parvenze E.T.iane, alla fine la pucciosità dell'insieme ha avuto la meglio.

Il giovane Koichi, ragazzino combattuto fra il sospirare segretamente di fronte alla sua compagnuccia, e prenderla in giro assieme ai suoi amichetti in quanto sfigata della situazione, trova quasi per caso quello che inizialmente crede sia un fossile, ma che in realtà è un kappa, creatura mitologica amante dell'acqua.
Ignaro reduce del lontano "periodo Edo", Coo, come viene chiamato dal ragazzino, viene accolto nella sua famiglia, con differenti reazioni dai membri familiari.
In particolare, il padre ne è incuriosito positivamente, la madre, lasciato da parte l'iniziale ribrezzo, si rassegna all'aver in casa quello strano essere, e la mocciosa di casa lo detesta dal più profondo del cuore.
Ma, come spesso accade in questi casi, la notizia, chissà come, varca le quattro pareti, e vola. Prima di bocca in bocca, poi attraverso l'etere.
Con la casa assediata dai giornalisti che vogliono vedere il famigerato kappa, la tranquillità familiare viene sconquassata, Coo capisce che l'idillio è finito, avvertendo l'urgenza di cercare quel che resta della sua razza, e soprattutto allontanarsi dalla scatenata Tokyo, con il pensiero fisso all'amato padre scomparso da tempo.

Si, carino. Due ore e venti però sono un pò troppe, per i miei gusti u__u
Molto carina la ending. Odiosissimi i paparazzi. Ma questo ormai è risaputo

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