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giovedì 14 agosto 2008

L'Importanza di Chiamarsi Ernest

Io ADORO Oscar Wilde. Premesso questo, non mi potevo aspettare niente di meglio, è tutto così dannatamente wildesco! Colin Firth a me piace in tutte le salse, ma ruoli come questo (o come quello di Mr Darcy nella serie targata BBC "Orgoglio e Pregiudizio *__* ) gli calzano a pennello.
"Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, sembrerebbe pur sempre lo stesso dolce profumo" (sic.)
Probabilmente le due protagoniste femminili non hanno letto Shakespeare.
John Worthing (Colin Firth) diventa Ernest quando lascia la campagna per fare capatine in città, con la scusa di "tenere sotto controllo" un fratello che lì vivrebbe. Tale Ernest viene dipinto come uno scavezzacollo che crea a John tanti tanti dispiaceri. In realtà non ha nessun fratello, ma il motivo che lo spinge a raggiungere la città è Gwendolen, la bella cugina del suo amico Algernon Moncrieff (Rupert Everett). Lui sì che è uno scavezzacollo, e anche lui, come John, ha una doppia vita.
Usa infatti la scusa di un suo caro amico malato, Bumbury, per scappare dalla città e/o declinare noiosi impegni. In compenso lo aiuta a dichiararsi alla sua amata, distrando l'arcigna madre di lei, Lady Bracknell (Judi Dench) che non vede di buon occhio John. Specie quando scoprirà che non sa nulla del suo passato, essendo stato trovato all'interno di una borsa.
Rifiutato dalla donna, ritorna in campagna, con l'idea di annunciare la morte del fratello. In realtà al suo ritorno scoprirà che Algernon l'ha preceduto, invogliato dalla presenza della pupilla di John, e si è spacciato per il fratello Ernest.
Anche lei, come Gwendolen, ama così tanto questo nome che non potrebbe sposare nessuno con quel nome.
Quando in campagna giungerà Gwendolen, John e Algernon si vedranno smascherati, faranno di tutto per riconquistare le loro amate.

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