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domenica 21 giugno 2009

Marley & Io

L'estate cinematografica, dalle mie parti come credo in altre, è molto ghiotta per chi, come me, si è perso qualche film durante la loro normale programmazione.
Film già stati in cartellone, che vengono riproposti ai ritardatari.

Quando mi è stato proposto questo film, ero lieta di non dover rinunciare alla serata per un film che avevo già visto.
Nonostate l'allegria del trailer, infatti, non mi aveva particolarmente ispirato.
Non che un labrador di notevoli dimensioni che azzanna una poltrona non sia esilarante, ma sono sempre stata abbastanza avversa ai film con gli animali come protagonisti.
Disney a parte, ovviamente.

Mi avevano detto che era carino ma, e cito "finisce molto triste".
Un film senza il classico finale "...e vissero per sempre felici e contenti" mi intrigava, quindi ho accettato di buon grado l'invito.

Il film non è stato affatto male. Affatto.
Owen Wilson e Jennifer Aniston sono una gran bella coppia, sullo schermo. Ma ancora più interessante è stato vedere quello che accadeva *davanti* lo schermo, ossia fra le poltrone.
Allo spettacolo delle 22.30 non c'era moltissima gente, e per un attimo ho avuto la sensazione di trovarmi su un'immensa poltrona insieme a dei miei amici. Il che è assurdo. Si vede che non vado al cinema da tantissimo tempo.
Le reazioni erano più o meno omogenee: coro di estasi di fronte ai cuccioli di labrador dai quale il piccolo viene poi scelto dalla coppia di sposi, o di fronte al piccolo Marley che rosicchia i croccantini sul pavimento in una posa a dir poco esilarante (quella sottostante)



Le peripezie di questa giovane coppia alle prese con un cane indiavolato, che non fa altro che creare casini. Una neomamma, giornalista, che ha deciso di lasciare il suo amato lavoro per stare con i figli. Un padre (il giornalista John Grogan, che ha scritto l'autobiografia - in cui appunto parlava delle vicende del suo cucciolo di labrador Marley - da cui è stato tratto il film) che sogna sempre quello che non ha. E poi questo cane, che vi farà ridere di gusto.
Perché si ride, e anche tanto.

Ma avevano ragione, quello che mi avevano detto sul finale triste.

I fazzoletti sono usciti dalle borse di più persone in contemporanea, è stato quasi buffo. Nasi che soffiavano, che cercavano di rispedire al mittente la lacrimuccia.
Ho adocchiato un uomo che fissava lo schermo imbronciato, quasi a voler sfidare il film a portarlo alle stesse lacrimevoli condizioni di sua moglie, che di fianco si sdilinguiva dietro il fazzoletto.
Non ha versato una lacrima.
Mi sono chiesta se per caso ha mai avuto un animale da compagnia a cui donare il cuore. Perché altrimenti non si spiega come sia potuto rimanere così totalmente impassibile

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