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venerdì 26 giugno 2009

Fratellastri a 40 anni (Step Brothers)

Per buona parte del film ho pensato che fosse stato uno spreco di pellicola.
Andando avanti, mi sono resa conto che effettivamente è così.
Per usare sei mani ergo tre (dico tre!!) cervelli (quelle di Adam McKay, Ferrell e Reilly) per scrivere una roba del genere, vuol dire che non erano proprio in giornata.
Perché i due protagonisti, questi due coglionazzi che a quarant'anni vivono ancora in casa con mamma (uno) e papà (l'altro) dipendendo in tutto e per tutto da loro, che si ritrovano a dover condividere casa in seguito al matrimonio dei loro genitori single, non fanno altro che farsi i dispetti come due mocciosi - scemi, per giunta - di 10 anni.
Che a 10 anni lo capirei pure, ma a quaranta...
Ovviamente sono tarati mentalmente, si vede. E' lampante.

E' per questo che la cosa non è divertente. Può esserlo per i primi, tò, due minuti, ma dopo stanca.
Will Ferrell (Brennan), che tanto mi era piaciuto in "Vero Come la Finzione", e John C.Reilly (Dale), non riescono a dare quel tocco di ingenuo divertimento che forse era nella mente dei tre cervelloni nel momento della stesura della sceneggiatura.

I battibecchi infantili trovano un pò di requie quando scoprono un nemico comune (oltre i ragazzini dell'asilo che li pestano): il fratello "arrivato" di Brennan, tutto sorrisi ammiccanti, conto in banca generoso, e storielle divertenti, che mandano in brodo di giuggiole il suo nuovo patrigno.
Il finale non migliora di una virgola la trama, anche se segna comunque la fine del film, il che me lo ha reso estremamente piacevole. ò__o

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